mercoledì 24 settembre 2008

Duemila anni di cristianesimo antigiudaico

Duemila anni di antigiudaismo nel cristianesimo. Possibile? Purtroppo si. Il muro di separazione fra ebrei e gentili che era stato abbattuto grazie al sangue di Gesù, fu subito ricostruito. Paolo aveva messo in guardia tutti dall'orgoglio, ma evidentemente non è stato ascoltato. Aveva ammonito che non sei tu ha portare la radice, ma è la radice che porta te. Ma il ramo innestato si è inorgoglito e ha ripudiato la sua radice, anzi ne ha preso il posto! Da subito quasi tutti i padri della chiesa hanno insegnato ai loro discepoli che la chiesa (gentile) era il vero Israele, e il popolo ebreo era stato rigettato da Dio, che poteva essere sottomesso al popolo del nuovo patto, che esso non aveva più parte nel piano di Dio. Che grande errore. Cosa succede ad un ramo se si tagliano le sue radici? Quali sono stati i frutti di questo insegnamento?
L'orgoglio, che ha sedotto Adamo, ha sedotto anche molti cristiani. Negando l'ordine naturale ci siamo innalzati al di sopra del luogo in cui Dio ci aveva posti, abbiamo sradicato Yeshua dal suo popolo, e a causa nostra è stato negata ad essi la conoscenza di Lui e il suo nome è disprezzato dagli Ebrei. Il mandato di Pietro è stato per molti secoli disatteso, e anche chi si ritiene suo successore e dovrebbe continuare la sua missione non ha portato avanti il compito affidatogli da Yeshua. Ma Dio proprio in questi tempi sta suscitando credenti fra gli Ebrei, e sta aprendo gli occhi a molti fra i crstiani gentili. Dobbiamo di nuovo essere reinnestati nella buona radice e abbattere questo muro che è stato nuovamente eretto per non rendere vano il sangue versato da Yeshua e fare di due popoli un solo popolo, riconoscendo gli Ebrei come nostri fratelli maggiori, anche chi di loro non crede inYeshua come loro Mashiach. Dobbiamo amarli, perché Dio li ama, perché Yeshua è morto prima per loro, poi per i gentili che credono in Lui. Yeshua è ancora il Mashiach di Israele, non ha mai cambiato idea. Rimettiamoci al nostri posto, umiliamoci e chiediamo perdono per il nostro orgoglio.

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