lunedì 10 novembre 2008

Una controversia cristologica

Ai tempi dell’ Impero Romano una profonda differenza teologica e’ sorta tra i Cristiani di Allessandria ed i Cristiani di Antiochia. Questi gruppi contrapposti costituivano una minaccia all’unità dell’ Impero. A causa della potenzialità politica delle fazioni rivali, era necessario che queste differenze venissero risolte. I Cristiani d’Alessandria credevano che Gesù fosse preesistito come essere divino e che fosse diventato umano apparendo come un uomo. Il Gesù di questa teologia correva il rischio di essere soltanto “in apparenza” un vero essere umano. Nel linguaggio tecnico della Cristologia il Gesù dei Cristiani Alessandrini era “docetico” (da un verbo Greco che vuol dire “sembrare, parere, apparire”). Il punto essenziale, il nocciolo della loro credenza era che la Deità di Gesù dominava tanto la sua umanità che quest’ultima non era altro che una messinscena, una finzione. Il Salvatore in se stesso era in verità Dio dimorante in un corpo umano, e possedeva (così il gergo andava, nella sua forma sviluppata, dopo il più tardo Concilio di Calcedonia in 451 A.D.) “una impersonale natura umana.” Gesù stesso, è stato sostenuto dagli ortodossi, era “uomo”ma non “un uomo”. Per coloro che erano cresciuti intorno ad Antiochia, la regione che include l’ area dove Gesù era vissuto, una diversa veduta del Cristo era prevalente. Quì, l’ originale monoteismo dei Giudei, che dava importanza all’unicità di Dio, aveva portato alla credenza in un Figlio creato.
Il distintivo dogma di questa Cristologia “Ariana” era che Gesù, come Figlio di Dio, aveva avuto un inizio e, benché preesistente, non sarebbe potuto essere co-eterno e co-eguale al Padre. Al centro della controversia che si è venuta a sviluppare fra i due partiti c’era un prete chiamato Ario, che aveva attirato un notevole seguito dal dominio dell’Alessandrino Vescovo d’Alessandria. Gli sforzi di Ario di promuovere la sua Cristologia in Egitto portò immediatamente alla sua scomunica.
Le marcate differenze ideologiche tra Roma, Alessandria ed Antiochia erano cose che preoccupavano l’Imperatore Romano. Il potere della religione aveva un così grande ruolo nella stabilità dell’Impero Romano del quarto secolo che, per non scindere l'unità politica, lo Stato è dovuto intervenire per portare sotto controllo una sommossa religiosa. Costantino determinò di risolvere la disputa mandando le seguenti conciliatorie lettere ad ogni una delle fazioni, sollecitando una riconciliazione di differenze:
“Costantino il Vittorioso, Supremo Augusto, ad Alessandro e ad Ario...Che profonda ferita ha ricevuto non soltanto le mie orecchie ma anche il mio cuore al rapporto che tra di voi esistano divisioni.... Avendo indagato attentamente l’ origine e la base di queste differenze, io trovo che la loro causa è di natura veramente insignificante, completamente indegna di tale penosa contesa.”
Costantino era evidentemente impreparato alle profonde conseguenze teologiche coinvolte nella controversia. Quando il suo sforzo iniziale non riuscì a risolvere la situazione, egli convocò quello che si può chiamare, il più singolare e influente concilio ecumenico che sia mai stato convenuto nella storia della Chiesa Cristiana. Una fatale ed importantissima decisione fu presa su questa insoluta disputa sulla natura di Cristo e della Divinità.
“La data era stata fissata per l’inizio dell’ estate del 325 D. C., il luogo, il piacevole paese di Nicea in riva al lago... nella parte North- Occidentale della Turchia, dove Costantino aveva un adeguatemente ampio palazzo.” (Ian Wilson, Gesù l’Evidenza [Jesus: The Evidence] (Harper & Row, 1984) 165)
Con la Cristianità che si estendeva dalla Britannia nell’Ovest all’India nell'Est, per alcuni dei delegati ci son volute molte settimane per arrivare, e per alcuni anche mesi... L’ eremita Giacobbe da Nibisi arrivò vestito con pelle di capretto accompagnato da una persistente orda di zanzare. Un altro delegato fu San Nicola, che divenne il prototipo del ‘babbo natale’... (il famoso Santa Claus Americano). Davanti a questa assemblea bizzarra e senza precedenti, Costantino con la sua toga abbagliante, grondante d’ oro e di pietre preziose di una decadenza che, Imperatori precedenti avrebbero aborrito, ha preso posto su una sedia bassa lavorata in oro. (Gesu’: l’ Evidenza, 165, 166.)
Lo scrittore storico della chiesa, Schaff, citando Eusebio di Cesarea, descrive questa scena con più dettagli:
“Al momento che, con un particolare segnale, l’arrivo dell’Imperatore fu annunziato, tutti si sono alzati dalle proprie sedie, e l’Imperatore apparve come un celestiale messaggero di Dio, coperto d’oro e di pietre preziose, una presenza gloriosa, alto e slanciato, pieno di bellezza, potenza e maestà.” (Storia della Chiesa Cristiana (Grand Rapids: Eerdmans, 1907 – 1910), 3:625) “E’ stato a questo punto nella storia, e davanti a questa assemblea che fu presa una decisione che avrebbe avuto profonde conseguenze per i credenti in Cristo fino ad oggi.” (Gesu’: L’ Evidenza di Ian Wilson, 168)
Per ragioni che soltanto lui sapeva, questo imperatore, immensamente ignorante di temi biblici, che non aveva capito niente di questa questione teologica, ha presieduto su uno dei più significativi dibattiti che siano stati mai condotti dalla Chiesa. La risoluzione adottata dal concilio avrebbe avuto effetti drammaticamente importanti e di lunga durata sull’intero corpo dei credenti. Il giudizio di Costantino favoriva l’opinione della minoranza presente al concilio. La decisione presa è stata accettata dalla maggioranza dei Cristiani fino ad oggi – che Gesù era co- eguale e co- eterno con Dio, “vero Dio del vero Dio.” Cosi’ la seconda parte del triangolo della Trinità divenne dogma.
E’ stato completato nel secolo seguente quando lo Spirito Santo fu dichiarato la Terza Persona della Divinità.
I teologi Alessandrini Greci inclini alla filosofia, con a capo Atanasio, vinsero tutto. Gli Ariani influenzati dal più antico monoteismo Giudaico persero. Dissidenti che rifiutavano di firmare l’accordo furono immediatamente banditi. La Chiesa venne così sopraffatta e dettata da teologi fortemente influenzati dal modo di pensare Greco. Così il corso delle sue dottrine fu stabilito per i prossimi diciotto secoli. L’osservazione di H.L. Goudge è appropriata:
“Quando la mentalità Greca e la mentalità Romana, invece di quella Ebraica, hanno preso sopravvento sulla Chiesa, quello che e’ successo e’ un disastro dal quale la Chiesa non si e’ ancora ripresa, sia in dottrina che in pratica.” (“La chiamata dei Giudei,” nei componimenti raccolti sul Giudaismo e Cristianita’)
Questo controllo è durato inesorabilmente fin dal quarto secolo. Costantino e’ riuscito ad ottenere quella coesione politica che aveva cerato di portare allo Impero. Questi sono I fatti storici, ma a quale costo alla causa della verità? La Chiesa Cristiana di oggi e’ ancora prostata davanti al basso trono, battuto in oro di Costantino. Troppo tardi alcuni firmatari Antiocheni del documento scritto sulla pergamena, protestarono
in una lettera a Costantino che essi avevano “commesso un atto empio, O Principe, nel sottoscrivere ad una bestemmia per paura di te.” (Gesu’: L’ Evidenza di Ian Wilson)
Cosi’ scrisse Eusebio di Nicodemia. Ciò nonostante l’atto era stato compiuto. Una completamente diversa teologia venne formalmente canonizzata nella Chiesa. D’allora numerosissimi devoti Cristiani, che non erano d’ accordo con l’imposto editto dell’imperatore, furono esposti a tortura ed alla morte per mano dello Stato e
spesso per mano di altri Cristiani.
Non ci dovrebbe sorprendere il fatto che sia Costantino che altri teologi Greci abbiano accettato una Divinità che consiste di due persone. Era consone alla tanto diffusa accettazione di deità multiple. Il mondo Greco e quello Romano erano saturi di tanti dii. L’idea di un Dio che era diventato uomo non era affatto una innovazione (cp. Atti 14:11), e neanche l’ idea di un uomo che era venuto dichiarato Dio. Costantino aveva ordinato la deificazione di suo padre, ed alla sua morte, gli sarebbe stato concesso lo stesso onore. Alla sua inumazione fu riconosciuto come il tredicesimo apostolo. Oggi la monumentale decisione di Costantino adombra ancora il corpo frammentato della Cristianità di questo ventunesimo secolo senza una vera e propria opposizione. L’influenza di Costantino sembra continui incontrastata. Come nel caso di Napoleone, che divenne il sanguinoso macellaio della virilità Europea; come nel caso di Lutero, Calvin o di un più recente capo religioso, Giuseppe Smith, i cui seguaci fedeli non permettono che l’aureola dei loro capi perda la sua lucentezza, e continuano a lucidare la loro reputazione fino ad una splendente luminosità.
La verità della storia li giudicherà più severamente, ma i loro discendenti spirituali raramente tollerano chiunque oserebbe trovare un’errore. Per due secoli dopo Costantino, carneficina seguì carneficina quando professanti Cristiani gareggiarono con altri Cristiani in una sanguinosa lotta in difesa di quello che divenne una incallita ortodossia religiosa. Quello che era richiesto era d’accettare il credo in una Divinità formata da due persone (più tardi estesa ad una Deità di tre persone), o correre il pericolo d’ essere bandito, esiliato torturato e per fino ucciso – in gran parte nell’interesse di espedienti politici, e per preservare quello che era stato dogmaticamente dichiarato di essere, senza alcun dubbio, la verità.
Seguendo le orme di Costantino, la violenza divenne l’accettato metodo Cristiano di risolvere dispute. Nella prima parte dell’undicesimo secolo D.C., i Crociati Cristiani si entusiasmarono o meglio si accesero al prospetto di liberare la Terra Santa con forze armate.
Dopo aver scannato i Giudei Europei, essi procedettero ad annientare il monoteistico “infedele” Musulmano che controllava la Città Santa di Gerusalemme. Questa carneficina e’ stata fomentata sotto la sanguinosa bandiera del Dio Trino. Alcuni hanno suggerito che Islam non avrebbe mai trovato un posto nel mondo se la Deità ‘singola-persona’ dei Giudei fosse rimasta il Dio Cristiano.
In tutti questi sviluppi, e’ difficile trovare qualcosa che remotamente armonizzi con la vita del fondatore della Cristianità che disse: “...Non resistere al malvagio”, “porgi l’altra guancia” (Matt. 5:39), “beati coloro che si operano per la pace” (Matt. 5:9), e che ha promesso che i mansueti erediteranno la terra (Matt. 5:5). Lo stesso Messia ha protestato che: “Il mio Regno non e’ di questo mondo [vale a dire, non deriva la sua origine dal presente malvagio sistema mondiale, benché sarà su questa terra nella prossima età]; se lo fosse I miei servi combatterebbero” (Giov. 18:36). Una volta che la Cristianità si coinvolse nel verdetto teologico della laica e conquistante arma dello Stato, l’accettazione di violenza nella Chiesa divenne stabilita. La Chiesa era venuta ad un fatale compromesso con il mondo, una decisione che la lasciò a dibattersi in incertezze e confusione dottrinale, preparandola anche, in tempo di guerra, ad uccidere non soltanto i suoi nemici ma anche i propri membri in terre nemiche.
La chiesa Cattolica, quando più in là fu minacciata da falsa dottrina, considerò come una responsabilità data da Dio al fedele, di distruggere tutta l’ opposizione per mezzo della Inquisizione. E vide i suoi figli protestanti, nel mondo Protestante, usare mezzi simili. Dissidenti alla Riforma Protestante ricevettero simili severi trattamenti per mano di potenti capi Protestanti in lega con il governo laico.

Tratto da:
La Dottrina della Trinità. La Ferita che la Cristianità si è Inflitta
di Anthony F. Buzzard e Charles F. Hunting

Antigiudaismo protestante

Lutero è stato uno tra i più violenti oppositori degli ebrei. Nel suo libro "degli ebrei e delle loro menzogne", egli eredita tutti i luoghi comuni e la violenza ideologica dei padri della chiesa, e ne forgia anche di nuovi.
"Consigli per trattare gli ebrei.
Prima di tutto le loro le loro sinagoghe o chiese andrebbero incendiate e tutto quello che non si brucia andrebbe coperto, rivestito di sporcizia, al punto da nasconderne persino la polvere o le pietre, e questo andrebbe fatto in onore di Dio e del cristianesimo.
Secondo: le loro case andrebbero similmente distrutte ed abbattute, perché lì essi perpetrano le stesse cose che compiono nelle loro sinagoghe. Per questa ragione essi andrebbero messi tutti sotto lo stesso tetto in una stalla come zingari, affinché capiscano che non sono i padroni della nostra terra, come invece si vantano di essere, ma sono dei miserabili prigionieri, come ci accusano incessantemente davanti a Dio con amari lamenti.
Terzo: dovrebbero essere privati dei loro libri di preghiera e del loro Talmud in cui vengono insegnate tali idolatrie, menzogne, maledizioni e blasfemie.
Quarto: ai loro rabbini si dovrebbe proibire dietro minaccia di morte di insegnare ancora.
Quinto: agli ebrei si dovrebbero proibire i passaporti e qualsiasi lasciapassare poiché essi non hanno affari da svolgere nei distretti rurali, poiché essi non sono nobili, né ufficiali, né mercanti, né simili. Che se ne stiano a casa.
Sesto: dovrebbero smettere di fare gli usurai. Si dovrebbero confiscare tutti i loro soldi e i loro possedimenti in argento e in oro mettendoli da parte. Per questo motivo come detto prima tutti i loro possedimenti sono il frutto dei loro saccheggi e delle loro ruberie nei nostri confronti tramite usura poiché non hanno altro mezzo di sostentamento.
Settimo: che agli ebrei e alle ebree forti e giovani vengano dati l'ascia, la zappa, l'aratro, la scure, la conocchia e il fuso. Che si guadagnino il pane con il sudore della loro fronte come è stato stabilito per i figli di Adamo, poiché non è conveniente che essi ci maledicano "goyn" (che significa gentili) per farci lavorare con il nostro sudore per poi come gente pia e religiosa oziare tutto il giorno festeggiando e mettendosi in mostra alle spalle nostre. Oltre questo si vantano empiamente di essere divenuti padroni dei cristiani a nostre spese. Dovremmo scacciare le ossa indolenti e pigre dal nostro sistema..."

“Esseri tanto disperati, cattivi, velenosi e diabolici fino al midollo sono questi ebrei, i quali in questi millequattrocento anni sono stati la nostra piaga, pestilenza, e ogni sventura, e continuano ad esserlo”

"Questa melma torbida, questa rancida feccia, questa limacciosa palude dell'ebraismo, dovrebbe meritare in virtù della sua penitenza e della sua giustizia il regno del mondo intero e il compimento delle profezie? Ora che non hanno niente delle suddette cose non sono altro che la putrida, maleodorante, abbietta feccia della stirpe dei loro padri?"

"Perciò sappi, caro cristiano, e non avere dubbi al riguardo, che subito dopo il diavolo, tu non hai nemico più acre, più velenoso, più acceso di un vero ebreo, il quale voglia seriamente essere un ebreo. Tra loro ci possono essere anche quelli che credono in ciò in cui crede una mucca o un'oca. Tuttavia la stirpe e la circoncisione gravano su tutti loro. Perciò nelle storie si da spesso a loro la colpa di aver avvelenato i pozzi, di avere rapito e seviziato i bambini. Essi negano decisamente. Però che sia vero o no, i so che se potessero realmente farlo di nascosto o apertamente a loro no mancherebbe la completa piena e pronta volontà.
Dunque guardati, caro cristiano da questo dannato e incorreggibile popolo, dal quale tu non puoi imparare nulla, se non a sconfessare, bestemmiare, distorcere la Parola di Dio, uccidere i profeti, disprezzare con arroganza e superbia tutti i popoli della terra. Cosicché, se anche Dio volesse condonare a loro tutto questo, il che è impossibile, non potrebbe tuttavia tollerare una tale e indicibile, seppure misera e sterile ignoranza.
Essi sono velenose, aspre, vendicative perfide serpi, assassini e figli del demonio e pungono e nuocciono in segreto, non potendolo fare apertamente. Perciò io vorrei proprio che stessero dove non ci sono cristiani. Il turco e altri pagani non tollerano da loro ciò che invece noi cristiani sopportiamo dalle serpi velenose ...
Essi non trattano nessuno come trattano noi cristiani. Cioè, come ho detto prima un cristiano non ha dopo il demonio nemico più velenoso e fiero dell'ebreo. Eppure noi non facciamo a nessuno tanto bene e da nessun altro sopportiamo tanto male quanto proprio da questi malvagi, figli del demonio e razza di serpi..."

“Io penso questo: se noi vogliamo rimanere immuni dall’empietà degli ebrei e non esserne partecipi, allora dobbiamo separarci e loro devono essere cacciati dalla nostra terra, che si ricordino della loro patria”

“Le boccaccie degli ebrei non devono, da noi cristiani, essere considerate degne di nominare il nome di Dio in nostra presenza: chiunque lo senta da un ebreo, lo segnali all’autorità, oppure gli getti addosso sterco di porco, se lo vede, e lo cacci via. E su questo punto nessuno sia misericordioso e benevolo”

"E così anche noi siamo colpevoli. Siamo colpevoli noi gentili di lasciarli fare. Siamo colpevoli di non aver vendicato il sangue innocente del nostro Signore e dei cristiani che essi hanno versato per trecento anni dopo la distruzione di Gerusalemme, e il sangue dei bambini versato fino ad ora, come appare anche dai loro
otri e dalla loro pelle. Siamo colpevoli di non averli uccisi."

Molti evangelici rimangono stupiti da queste affermazioni dal campione della loro fede. Ma è così. Tanto è vero che anche Hitler si ispirò ai suoi scritti. Ci si stupisce come il nazismo ha potuto concepire lo sterminio? Gli è bastato attingere alle idee di Lutero e della chiesa.

sabato 8 novembre 2008

Testimonianza

Sono cresciuto in una famiglia giudea-ortodossa. All’età di 7 anni avevo già imparato a memoria gran parte delle Scritture ebraiche. All’età di 9 anni, sapevo correntemente la lingua Galileo-aramaica, cioè la lingua di Cristo Gesù, e all’età di 13 anni iniziai a studiare il greco. Quando raggiunsi l’età di 17 anni, ero già un rabbino ortodosso, e all’età di 19 anni ero un decano della grande scuola rabbina a Brooklyn, New York, dove istruii 327 rabbini. Feci promuovere come materia di studio il Nuovo Testamento, perché volevo conoscere il mio nemico: ero in tutto e per tutto un rabbino felice…fino a quella notte. Ero a Boston per motivi di lavoro: lavoravo come decano in un’università. Ad un tratto, la linea di volo Delta Airlines mi fece il favore più grande della vita: persero i miei bagagli! Tutto quello che possedevo in albergo era una Bibbia ebraica e un piccolo breviario della legge ebraica. Ma, per motivi inspiegabili, non m’interessavano nessuno di questi 2 libri, né la TV in quella notte. Iniziai ad aprire i cassetti dei comodini, e in uno di essi trovai una Bibbia rossa della “The Gideons”. Avevo un titolo di dottore nei retroscena giudaici del Nuovo Testamento. Avevo letto la maggior parte del Nuovo Testamento nell’originale greco antico e tutti i commentari del primo secolo. Ero sicuro di sapere tutte le risposte possibili. Con tutto ciò, non credevo a nessuna delle parole di questo Libro – fino a quella notte, quando fui spinto dallo Spirito Santo a leggere l’Evangelo di Giovanni. Quando arrivai al punto dove Gesù spiegava a Nicodemo la nuova nascita, i miei occhi si riempirono di lacrime, il mio corpo iniziò a tremare, ed io non sapevo cosa fare. Passai tutta la notte a sfogliare e a ricercare nel Nuovo Testamento dei Gedeoni le profezie dell’Antico Testamento che avevo studiato da bambino e che si erano adempiute. Non avevo mai tremato così tanto e non ero mai stato scioccato come allora. Ma so, che senza quella Bibbia rossa della “The Gideons” in quella stanza d’albergo, sarei andato in perdizione eterna. Nonostante fossi stato fino a quel momento un dottore della legge, Dio mi ha posto per i prossimi 10 anni come sostegno per i missionari. Senza di voi, cari gedeoni, non sarebbero raggiunte centinaia di persone. Adesso sono il responsabile del sostegno missionario a Tel Aviv, Israele. Portiamo la Parola di Dio e popoleremo la terra d’Israele con il sostegno missionario per portare la vera e vivente Parola di Dio ai miei connazionali.
(tradotto dal “The Gideons” novembre 2007 da Siciliano Daniele)