giovedì 30 aprile 2009

Nuovo e vecchio antigiudaismo

In merito alle ultime decisioni prese dalla CCR (chiesa cattolica romana) vorrei fare qualche breve considerazione.
Non la prenderò alla lontana. Circa 2000 anni fa... Non allarmatevi, scherzavo!
Beh, effettivamente bisognerebbe risalire alle origini per capire certi atteggiamenti e scelte. La chiesa non era all'inizio che un movimento messianico all'interno del giudaismo con caratteri apocalittici tipici dell'epoca. Quando questo movimento si aprì ai proseliti e ai simpatizzanti, aderirono al movimento anche gentili (tutti quelli che non sono ebrei) che si portarono dietro il loro bagaglio culturale di ex-politeisti. Fino a che le comunità rimasero sotto la guida di giudei, i “gentili” sentirono fortemente la dipendenza dalla “leadership” ebraica, sapendo che la loro appartenenza al movimento dipendeva dall'apertura della predicazione nei loro confronti.
Ma aimè, finite le generazioni di quei primi predicatori, cominciò ad entrare fra i gentili un atteggiamento ostile nei confronti dei giudei, e iniziarono i contrasti. Fino ad allora l'attrito fra il movimento e i giudei non aderenti era solamente interno all'ebraismo. Ma ad un certo punto le comunità gentili e quelle ebraiche cominciarono a separarsi e si manifestarono le prime ostilità. Già Paolo aveva avuto sentore di questi contrasti, parlandone in alcune delle sue lettere, e cercando di appianare le divergenze. Ma con la fine della generazione apostolica, la chiesa gentile cominciò ad affrancarsi dalla chiesa madre di Gerusalemme, considerata la colonna della chiesa nascente (e non Roma!). I fatti storici seguenti aprirono sempre di più il solco fra le due anime del movimento. Inizia un aperto antigiudaismo da parte di quegli apologeti che formarono i primi “padri della chiesa”. Da allora è stato un crescendo, e ogni polemista aggiungeva un ulteriore tassello di intolleranza verso il giudaismo. La posizione che più ha predominato fu quella di Agostino, che dichiarò che gli ebrei non avevano ormai più niente da dire, ma che rimanevano per testimonianza a gloria del cristianesimo, che non dovevano essere molestati o uccisi, ma che dovevano subire la supremazia della cristianità (a somiglianza della dhimmitudine islamica). Tradotto in soldoni, agli ebrei venivano spesso negati quei diritti elementari riservati ai normali cittadini dell'impero. Si andava già da tempo sviluppando all'interno della chiesa una teologia che tendeva a sostituire il popolo di Israele, secondo questa ormai rigettato da Dio, con il popolo dei battezzati. Questa interpretazione è stata portata alle estreme conseguenze proprio dalla CCR, e si vede come questa abbia voluto nei minimi particolari sostituirsi ad Israele. C'è stata una precisa volontà nel cercare di accreditarsi come “vero Israele” a discapito del superstite popolo giudeo: la città santa di Gerusalemme, ridotta solo a metà di pellegrinaggio, è stata sostituita con la città santa di Roma, sede del papato; il sacerdozio levitico sostituito con il sacerdozio cattolico, usando e reinterpretando riti e tradizioni ebraiche; il sacrificio rituale è stato sostituito con il sacrificio della messa; la pasqua ebraica è stata sostituita con la pasqua cristiana, innestando elementi pagani con elementi ebraici, il tutto inserito però in una organizzazione monolitica piramidale, sconosciuta all'ebraismo che non ha mai avuto una struttura simile. Ora è chiaro che se la CCR non vuole sconfessare se stessa e il suo insegnamento seguito per secoli, si trova in grande imbarazzo di fronte alla rinascita dello stato di Israele, che aveva decretato finito per sempre. Ecco perché è stato solo da pochissimo riconosciuto dal Vaticano. Probabilmente all'interno della CCR si trovano anche elementi che simpatizzano per Israele, ma c'è anche chi considera lo stato di Israele un incidente di percorso, e lavora per ripristinare la precedente situazione. Quindi una “scomparsa” di Israele toglierebbe la CCR da un grave imbarazzo. Ovviamente non può augurarlo apertamente, però le decisioni prese in questi ultimi tempi sembrano riportare la CCR su posizioni pre-concilio. Questo atteggiamento potrebbe anche spiegare lo strano silenzio della chiesa durante la “Shoa”. Probabilmente si aspettava il completo sterminio del popolo “deicida”, in accordo con interpretazioni teologiche consolidate.
In conclusione, si potrebbe pensare che la CCR abbia ancora una visione antigiudaica della storia, e che quindi consideri Israele come una piccola parentesi che gli avvenimenti futuri cancelleranno, magari facilitandoli con un piccolo aiutino.

Nessun commento: