sabato 2 gennaio 2010

Manipolazioni nel Nuovo Testamento

dal sito:http://www.regnomessianico.it

Matteo 28:19

“Andate dunque e ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito santo” (Matteo 28:19)

"La presenza della formula trinitaria in questi versetti ha creato grandi difficoltà agli studiosi. Commentatori e teologi affermano che questa proclamazione così chiara del mistero della Trinità poté essere fornita dalla Chiesa solo dopo parecchi decenni di riflessione teologica. Secondo alcuni esegeti, la presenza di questa espressione è qui dovuta a un'interpolazione posteriore. Questa opinione si è diffusa a tal punto di essere considerata comune. Per illustrare questa posizione, è opportuno segnalare che i riferimenti più antichi a questo versetto di Matteo in Giustino martire, Origene o perfino Eusebio non contengono la formula trinitaria che, secondo numerosi esegeti moderni, deve essere considerata come un'aggiunta posteriore, inserita in occasione della disputa teologica sulla Trinità nel IV secolo.
Il primo testo che ci si presenta è quello di Matteo 28,19, secondo il quale Cristo stesso avrebbe detto ai suoi apostoli: “Andate dunque e ammaestrate [matheteusate] tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre del Figlio e dello Spirito Santo”. Come interpretarlo? La Bibbia di Gerusalemme in una nota in calce, riferendosi al verso in questione dice: “È possibile che questa formula risenta, nella sua precisione, dell’uso liturgico stabilitosi più tardi nella comunità primitiva. Si sa che gli Atti parlano di battezzare ‘in nome di Gesù’, (si veda Atti degli Apostoli 1, 5, 2, 38). Più tardi si sarà esplicitato il legame con le tre persone della Trinità”. La maggior parte degli esegeti sostituirebbero la formula iniziale “è possibile” con “è certo”. La formula trinitaria, dunque, non risale al testo originale di Matteo, essendo un’ aggiunta.
Il problema diventa, forse, ancor più radicale. In un articolo apparso nel 1901, Fred C. Conybeare ha analizzato le citazioni di questo testo matteano fatte dallo storico cristiano Eusebio di Cesarea, morto nel 339. È vero che Esuebio conosceva il testo classico da lui citato all’occorrenza, ma nelle sue opere più recenti. Eusebio cita Matteo 28,19 sotto questa forma: “Andate, fate discepoli in tutte le nazioni, nel mio nome. Le due citazioni più interessanti si leggono nella sua Dimostrazione Evangelica. Nel primo passaggio (III, 6, PG 24, col. 233), Eusebio cita integralmente Matteo 28,19 nella sua forma abbreviata, compreso il seguito del testo “[…] insegnando loro a rispettare tutti ciò che vi ho comandato”. Nel secondo passaggio (ibid. col. 240), prima cita le parole: “Andate, fate discepoli in tutte le nazioni”, poi commenta lungamente l’espressione nel mio nome”, prova che ancora in quel tempo, il vangelo di Matteo non contenesse nessuna formula trinitaria. Successivamente Eusebio termina citando nel modo più completo: “Andate, fate discepoli in tutte le nazioni, nel mio nome”. Dunque è certo che Eusebio conoscesse una forma contratta del testo matteano nel quale le parole “battezzando nel nome del Padre, e del Figlio e dello Spirito Santo” non erano ancora presenti, ma vi troviamo invece “nel mio nome”.
È ancor più difficile trascurare quest’altra testimonianza di Eusebio di Cesarea, in quanto è sostenuta da Giustino l’apologeta. Nel suo Dialogo con Trifone (39,2), composto verso il 150, egli scrisse che se Dio ritardava il suo giudizio finale lo faceva sapendo che ogni giorno “alcuni, essendo stati fatti discepoli [mathèteuomenous] nel nome del suo Cristo” abbandonavano la via dell’errore. Queste ultime parole mostrano chiaramente che si trattava di pagani, come nel testo di Matteo.
Nella forma contratta, attestata da Eusebio e Giustino, il testo di Matteo offre un buon parallelo con quello di Luca 24, 47: “[…] nel suo nome saranno predicati a tutte le genti la conversione e il perdono dei peccati”. Luca avrebbe rimpiazzato il raro verbo “fare dei discepoli” con il verbo “predicare”, molto più in uso; avrebbe aggiunto anche il tema, a lui caro, del pentimento in vista della remissione dei peccati.
In ogni modo, la formula trinitaria di Matteo 28,19 non può risalire a Cristo.

1 Giovanni 5:7 "Il Comma Giovanneo

L’aggiunta nel testo di Matteo 28:19 non è un caso isolato, infatti esiste un’altra nella prima lettera di Giovanni; si tratta del cosiddetto "comma giovanneo" suona così: "perché tre sono quelli che rendono testimonianza: nel cielo: il Padre, la Parola e lo Spirito Santo e questi tre sono uno" (1 Giovanni 5,7-8). Questo versetto manca in tutti i codici più autorevoli (Sinaitico, Vaticano, Alessandrino), anche in tutte le copie più antiche della Vulgata latina (Codex Amiantinus, Codex Fuldensis, Codex Paulinus e Codex Dublinensis), in tutte le versioni più famose (Siriache, Copte, Armena, Georgiana, Etiopica, Araba, Slava, Gotica); e non è citato da nessuno dei primi quattro Concilii (Efeso 325, Costantinopoli 381, Efeso 431, Calcedonia 451), neppure nelle polemiche contro Ario. Esiste, pertanto, un consenso quasi unanime sul fatto che il comma giovanneo sia una nota esplicativa contenuta in alcuni manoscritti ed inglobata nel testo da qualche scriba sbadato, o da qualche scriba alla ricerca di prove scritturali che confermassero la trinità.

Quasi tutte le bibbie cattoliche e protestanti hanno oggi eliminato il comma giovanneo, riconoscendo fondate le osservazioni mosse dalla critica testuale, dalla ricerca storica e dalla moderna esegesi. Rimangono solo alcune traduzioni protestanti che conservano il comma giovanneo (ad esempio la Nuova Diodati e la New King James), in quanto ancora tratte dal Textus Receptus di Erasmo da Rotterdam.

1 Timoteo 3:16

Esiste un errore ancora più paradossale legato al Textus Receptus, ovvero l'alterazione involontaria, nel Codex Alexandrinus, di 1 Timoteo 3:16.

Textus Receptus 1 Timoteo 3,16
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"senza alcun dubbio, grande è il mistero della pietà: Dio è stato manifestato in carne"
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Westcott - Hort 1 Timoteo 3,16
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"senza alcun dubbio, grande è il mistero della pietà: Egli è stato manifestato in carne"
--------------------------------------…
Quale delle due lezioni è quella corretta? Non è una differenza da poco perché il testo del Textus Receptus conferma in maniera indiscutibile che Gesù è Dio mentre la seconda versione dice semplicemente che Gesù Cristo si è incarnato senza entrare nel discorso della Sua divinità.

Per arrivare alla soluzione, anticiperò qui che i cosiddetti "nomina sacra" cioè i nomi sacri, erano spesso abbreviati. Ad esempio Theos (in greco ΘΕΟΣ) poteva venire abbreviato con le sole consonanti "Theta Sigma" (ΘΣ) con una lineetta sopra le due lettere che indicava appunto che si trattava di un'abbreviazione.

Nel 1715 il più importante studioso biblico del XVIII secolo, Johann James Wettstein, si recò in Inghilterra per un tour letterario e non perse l'occasione di esaminare dal vivo il famoso Codex Alexandrinus che allora era conservato alla British Library mentre adesso è al British Museum.
Esaminando il versetto in questione Wettstein si accorse che la riga sovrastante le due lettere era stata tracciata con un inchiostro diverso da quello delle parole circostanti e quindi era stata fatta da uno scriba in un momento successivo. Ma perché quello scriba avrebbe inserito quella lineetta orizzontale sulle due lettere?

Per capire il motivo dell'errore bisogna ricordare che il Codex Alexandrinus era scritto in onciale maiuscolo, cioè tutte le lettere erano scritte in maiuscolo. La lettera greca "Omicron " maiuscola si scrive come la nostra O mentre la "Theta " maiuscola si scrive come una O con un trattino orizzontale dentro l'ovale Θ. In pratica, trattino interno a parte, le due lettere sono quasi identiche.

Esaminando la pergamena Wettstein si accorse che la lineetta orizzontale dentro la O in realtà non era parte della lettera ma era filtrata dall'altro lato della vecchia cartapecora. In pratica quella parola invece di essere l'abbreviazione di "Dio" con le lettere Theta e Sigma ΘΣ era invece una parola composta da Omicron e Sigma ΟΣ e significava "chi - il quale". Ecco spiegato perché lo scriba aveva tracciato la lineetta sopra le due lettere.
Tratto in inganno da quella lettera che lui aveva letto "Theta" aveva pensato che si trattasse di un'abbreviazione di Theos (ΘΕΟΣ) nella quale era stato dimenticato il trattino orizzontale sopra le due lettere e aveva pensato di "rimediare all' errore" creandone in realtà uno nuovo che poi era stato ripreso in buona fede da Erasmo nel Textus Receptus.

Quindi ricapitolando ΘΣ=Dio ΟΣ=Colui o Egli; come potete vedere la differenza sta nel trattino al centro della prima lettera.

Tornando alla Nuova Diodati e al Comma Giovanneo, vediamo questa curiosa traduzione a confronto di 1 Timoteo 3:16:

(Nuova Riveduta): Senza dubbio, grande è il mistero della pietà: Colui che è stato manifestato in carne, è stato giustificato nello Spirito, è apparso agli angeli, è stato predicato fra le nazioni, è stato creduto nel mondo, è stato elevato in gloria.

(C.E.I.): Dobbiamo confessare che grande è il mistero della pietà: Egli si manifestò nella carne, fu giustificato nello Spirito, apparve agli angeli, fu annunziato ai pagani, fu creduto nel mondo, fu assunto nella gloria.

(Nuova Diodati): E, senza alcun dubbio, grande è il mistero della pietà: Dio è stato manifestato in carne, è stato giustificato nello Spirito, è apparso agli angeli, è stato predicato tra i gentili, è stato creduto nel mondo, è stato elevato in gloria.

(Riveduta): E, senza contraddizione, grande è il mistero della pietà: Colui che è stato manifestato in carne, è stato giustificato nello spirito, è apparso agli angeli, è stato predicato fra i Gentili, è stato creduto nel mondo, è stato elevato in gloria.

(Diodati): E senza veruna contradizione, grande è il misterio della pietà: Iddio è stato manifestato in carne, è stato giustificato in Ispirito, è apparito agli angeli, è stato predicato a' Gentili, è stato creduto nel mondo, è stato elevato in gloria.

Come potete vedere, la Nuova Diodati mantiene ancora l'errore sopra disc
usso!

La cosa triste in tutto questo è che a causa di queste manipolazione, spesso vengono alimentate dottrine che alla fine non hanno le loro basi nella bibbia, ma in versi non autentici.

1 commento:

newday ha detto...

problema dove trovare la traduzione più fedele? Forse traducendo il greco direttamente dal codice sinaitico e vaticanus? Anche tra questi due codici ci sono comunque delle incongruenze...e i codici stessi sono alterati in diversi punti.Comunque bravo per la ricerca che fai. Penso che Dio premi chi lo ricerchi e che metta in pratica la sua Parola.
Roberto