“Nel quinto secolo la Cristianità aveva conquistato
il paganesimo ed il paganesimo aveva infettato l'umanità" -- Macaulay
Precedenti Storici dell’odierno dibattito sulla preesistenza
“Gesù può essere ancora l'Unto di Dio, benché non potrei provare la Sua
preesistenza come Figlio di Dio che ha creato il tutto... E benché non potrei provare che sia preesistito, dovrebbe essere giusto dire che soltanto in questo aspetto si potrebbe pensare che io sia stato ingannato, e non per negare che Egli è il Cristo... e benché sembri che Egli fosse nato uomo dagli uomini... Poiché ci sono alcuni... della nostra razza che ammettono che Egli sia il Cristo, mentre lo considerano un essere completamente umano; con i quali io non sono d’accordo.”3
Dinamico Monarchianismo
Paolo di Samosata
Ed egli continua con questa eccezionale asserzione che:
"Non si puo enfatizzare abbastanza il fatto che la tradizione Antiochena non sapeva alcunché del termine Figlio come applicabile ad un preesistente Logos, in qualunque senso usato. Con la parola 'Figlio' essi hanno sempre inteso il Cristo della storia..."
La franca deduzione di Bruce è molto rivelante. Se nessun scrittore del Nuovo Testamento ha mai creduto che il Figlio di Dio fosse una preesistente seconda persona divina, è bene concludere che nessun scrittore del Nuovo Testamento abbia mai creduto nella Trinità.
Michele Servetus ed Adamo Pastor
La questione della preesistenzafu un fatto critico tra gli Anabetisti Olandesi del sedicesimo secolo, nella disputa tra Menno Simons ed un collega Anabetista, Adamo Pastor (c. 1500-1570). Un monaco, originariamente chiamato Rodolfo Martens, Pastor era senza dubbio "il più brillante uomo e scolaro di tutta la comunità Anabetista Olandese del suo tempo."19 La Cristologia di Pastor prevede la contemporanea indagine sulla natura della preesistenza, ed una simile Cristologia era emersa nel lavoro di due altri teologi Olandesi del ventesimo secolo, Hendrikus Berkhof e Ellen Flesseman.20 Nel 1547 Pastor rinnegò il Trinitarismo ortodosso a Emdem e fu immediatamente scomunicato da Simons e Obbe Philips. Noi vediamo, dal lavoro di Pastor intitolato Differenza Tra Dottrina Vera e Dottrina Falsa,21 come egli rinnegava la preesistenza di Cristo. Non è sorprendente che Sandius ed altri anti-trinitari scrittori Polacchi si riferissero a Pastor come "l'uomo nella nostra patria che sia stato il primo ed abile scrittore in quella direzione," i.e. la veduta che la "parola" di Giovanni 1:1 non fosse una persona, ma la parola o la volontà cretiva di Dio personificata.22 H. E. Dosker osserva che "Quando leggiamo Adamo Pastor dovremmo stropicciarci gli occhi per vedere se siamo svegli o se stiamo sognando. Quello che dice è così sorprendentemente moderno che disorienta il lettore. Ci risvegliamo alla realtà che non tutta la modernità ... è moderna."23 Pastor condanna la dottrina di Menno e Melchior Hoffman che dice che la parola è passata attraverso Maria senza avere assolutamente nessun contatto con il suo corpo. Questo farebbe di Maria una specie di madre surrogata che non ha in realtà concepito Gesù come la Scrittura dice. Tale Cristologia a malapena può evitare l'accusa di Docetismo e Gnosticismo. Pastor insiste che Cristo è veramente umano ed il discendente di Davide, supernaturalmente concepito. La sua veduta sembra coincida bene con quella che Raimondo Brown descrive come la stessa veduta di Luca e Matteo. Questo è certo che gli Anabetisti Polacchi un secolo dopo hanno dichiarato Pastor come il primo uomo che abbia chiaramente articolato le sue vedute sulla preesistenza. Senza dubbio, Adamo Pastor ha anticipato la moderna discussione sull'umanità di Gesù quando ha definito il "logos" non una persona preesistente, ma l’espressiva attività propria di Dio che esprime tutta la Sua energia nel creare, nel rivelare la verità e nel generare il Messia.24
Giovanni Milton, Sir Isacco Newton, Giovanni Locke
"Comunicare il risultato delle mie indagini a tutto il mondo; se, e Dio è il mio testimone, è con un sentimento di amicizia e benignità verso l’umanità che io senzaindugio dò tale ampia diffusione a quello che io stimo il mio migliore ed il più ricco di tutto ciò che posseggo, io spero d’incontrare una candida accoglienza da parte di tutti i partiti... benché ci sono tante cose che dovrebbero essere portate alla luce, cose che è evidente differiscono da certe opinioni comuni."
"Da parte mia, io mi mantengo fedele solo alle Sante Scritture --- Io non seguo altre eresie o sette. Non avevo mai neanche letto i lavori dei, così chiamati eretici, quando gli sbagli di coloro che sono considerati ortodossi e la loro incauta manipolazione della Scrittura, prima m'insegnarono a convenire con i loro avversari tutte le volte che questi oppositori aderivano alla Scrittura."26
Il Dibattito Moderno sulla Preesistenza
La questione della preesistenza era il punto focale dell'illuminante lavoro letterario di Giovanni Knox, su l'Umanità e Divinità di Cristo. Il suo punto di principale importanza è che "l'asserzione della preesistenza di Cristo, ha messo una tensione, per così dire sull'umanità di Gesù che questa non ha retto"30 Egli poi continua e mantiene che nel Vangelo di Giovanni l'umanità di Cristo è "nel senso formale, chiaramente e fortemente confermata, ma in realtà, è stata così trasformata dalla divinità che la circondava da tutte le parti, per così dire, al punto di non essere più in alcun ordinario senso umana." Con queste parole egli manifesta la sua obiezione al ritratto di Gesù (dipinto) da Giovanni. Ma ha Giovanni veramente contradetto se stesso? Soltanto, noi proponiamo, quando interpretato alla luce di una dottrina che è apparsa dopo. Knox stabilisce i termini del dibattito che ha perseverato con particolare interesse nella Cristologia di Giovanni e la natura della preesistenza. E se Giovanni pensasse che Gesù fosse un Figlio preesistente come persona, non avrebbe soltanto questo automaticamente negato la sua vera umanità? Knox è convinto che è proprio così: "Noi possiamo avere l'umanità senza la preesistenza e possiamo avere la preesistenza senza l'umanità. Ma non c'è modo di averle tutte e due."31Knox crede che "èsemplicemente incredibile che una persona divina possa diventare una completa e normale persona umana--- continuando ad essere, in essenza, la stessa persona."32 La tradizionale figura di Gesù come l'Incarnazione di un Figlio preesistente è un problema profondo per Knox. Egli considera la Cristologia ortodossa come "mezza storia e mezzo dogma, un insieme di mitologia e filosofia, di poesia e logica, tanto difficile da definire quanto da difendere... Questo è vero generalmente della Cristologia patristica (e quindi della formale Cristologia che abbiamo ereditato)."33 Queste preoccupazioni recentemente sono state affrontate da numerosi e ben conosciuti teologi, dimostrando che il vecchio problema sulla natura divina o umana di Gesù è ancora più vivo che mai. Knox considera lo sviluppo verso un preesistente Cristo una distorzione, che coinvolge, anche se a noi non piace, un diniego della piena realtà dell'umanità di Gesù. Egli mette in rilievo che le proteste, dei Padri della Chiesa che il loro Gesù era pienamente umano, sono meno che convincenti, perché "Ci sono, nel caso di parole e non meno di altre cose, modi di riprendere con una mano quello che è stato appena dato con l'altra. Si! Si può affermare l'umanità come un fatto formale e poi procedere in modo di definirla o di raffigurarla negandone così la sua realtà in ogni senso comunemente accettato.”34 In questa opinione è pienamente sopportato da Norman Pittenger che fa i seguenti importanti giudizi sulla Cristologia patristica, che trasse la sua ispirazione dal leggere Giovanni:
"A mio giudizio una fondamentale difficoltà con la Cristologia dell'era patristica è, che mentre in parole asserisce la realtà dell'umanità di Gesù Cristo, effettivamente non prende quell'umanità abbastanza seriamente ... [E’ interessante osservare come egli escluda Paolo di Samosata da questo criticismo.] La tendenza del pensiero Cristologico, che tradizionalmente si credeva fosse 'ortodosso', pesava invece molto più dalla parte della divinità che dalla parte dell'umanità di Gesù.35 La Cristologia Ortodossa, anche quando gli eccessi degli insegnamenti Alessandrini erano stati in qualche modo controllati a Calcedonia nel 451 D.C., era tesa verso una impersonale umanità che non è per niente, a mio parere, genuina."36
Giacomo Dunn e Giacomo Mackey
Giovanni A.T. Robinson
La secolare questione sulla preesistenza, e particolarmente la domanda se Giovanni intendesse comunicarci che Gesù era personalmente un preesistente essere divino, è stata vigorosamente discussa nel periodico Theologia.48 La discussione è cominciata con uno scambio di lettere fra James Dunn e Maurice Wiles. I critici risultati di questi scambi sono stati discussi nei susseguenti commenti di Robinson.49 Robinson comincia con l'osservare che Wiles e Dunn erano d'accordo che nel Nuovo Testamento, soltanto Giovanni presenta un Gesù che sembra abbia una esistenza pre-umana. Wiles considera questo, un disastroso sviluppo Cristologico che compromette l'umanità di Gesù e così incoraggia un'accusa di docetismo. Robinson, tuttavia, mette in rilievo che nelle sue epistole Giovanni reagisce violentemente ad ogni suggerimento che il Suo Gesù fosse altro che pienamente umano --- "venne in carne." Questo porta Robinson a non essere d'accordo con Wiles e Dunn che, nel suo Vangelo Giovanni vuole farci intendere che Gesù fosse un preesistente essere divino. La discussione così fa ricordare il problema sollevato da Paolo di Samosata e più tardi da alcuni degli Anabattisti, specialmente in Polonia. Robinson si domanda se sia possibile che noi interpretiamo Giovanni come egli intendeva. O forse noi ci avviciniamo al suo Vangelo con occhiali leggermente colorati da successivi sviluppi patristici nella Cristologia? Usando l'ammonimento proprio di Dunn, Robinson ci esorta a capire le parole di Giovanni così come il suo lettore originale le avrebbe capite. Robinson fa ricordare a Dunn che egli aveva ammesso che per Paolo Gesù era l'espressione della sapienza di Dio, "l'uomo che la sapienza divenne."50 Dunn aveva ammesso che neanche Giovanni 1:14 fornisce alcuna solida base per la tradizionale dottrina dell'Incarnazione. Infatti, questo (verso) marca "la transizione da impersonale personificazione a persona reale."51 Con questo Robinson è d'accordo. Inoltre, Dunn e Robinson condividono l'idea che la "parola" è l'espressione di Dio personificata, no una persona divina, distinta da Dio. Soltanto quando Gesù è stato concepito la "parola" divenne personalizzata non personificata. Robinson non poteva essere d'accordo con Dunn, tuttavia, che "la preesistenza della Parola come una persona con Dio fosse confermata dappertutto [il Vangelo]"52 Robinson ci esorta a limitare il nostro intendimento della preesistente parola, anche in Giovanni, ad "espressione di Dio," la Sua "potenza ed il Suo proposito." Il punto è semplicemente questo: Noi dovremmo essere capaci di captare il cambiamento dal come Giovanni intendeva la "parola", come espressione propria di Dio, alla nozione che questa voglia dire, una preesistente persona divina, fuori dell'ambito del Nuovo Testamento. Non si può incolpare Giovanni per l'espediente. Il cambiamento è successo a Giovanni quando è stato frainteso da prime tendenze Gnostiche che hanno lasciato il loro marchio sulla teologia patristica. Non è avvenuto in Giovanni. Robinson crede che la "parola" che era theos ("Dio," Giov. 1:1) era pienamente espressiva del piano, del proposito e del carattere di Dio. Quella "parola" è stata pienamente incarnata in una persona umana quando è diventata carne (Giov. 1:14). Gesù è quindi quello che la parola divenne. Non lo si può identificare tutt'uno con la preesistente parola come se egli stesso fosse preesistito. La differenza è sottile ma ha implicazioni devastanti per tutto lo sviluppo della Cristologia. Così non è che la parola fosse una "persona", un'ipostasi, che poi assunse una natura umana, ma che la parola fosse "inipostatica," impersonale, benché piena espressione di Dio, fino a quando divenne una individuale storica persona umana in Gesù. Gesù è quindi pienamente una persona umana "che esegeta" l'Unico Vero Dio all'umanità (Giov. 1:18). Questo modo di leggere Giovanni ha l'enorme vantaggio di evitare il pericolo di una presentazione docetica del Cristo, ed anche di una polarizzazione tra Giovanni ed i Vangeli Sinottici, che sconoscono un preesistente Cristo. Ed inoltre lascia che il termine "parola" sopporti il suo significato Ebraico dell'Antico Testamento, di "proposito" o "piano" o anche di "promessa". Gesù può essere visto come la realizzazione dell'antica promessa ad Abramo che è così importante per Matteo e Luca. Gesù è il creativo piano di salvezza di Dio espresso in una persona umana. La "divinità" di Gesù non è diminuita dato che "chi vede Lui vede il Padre" (Giov. 14:9). Ma questa è una "divinità" diversa da quella espressa dalla ortodossia Trinitaria. Poiché la divinità è l'attività di Dio che lavora nella ed attraverso una persona umana perfettamente abbandonata (alla volontà del Padre). Gesù, con questa interpretazione, non è Dio nel senso Trinitario, ma una persona umana che esprime pienamente Dio, il Suo agente per la riconciliazione del mondo. La cosa meravigliosa che Dio ha fatto sarà poi vista in termini di glorificazione di una persona umana perfettamente ubbidiente che è stata genuinamente tentata così come lo siamo noi. Questa immagine armonizza con la veduta Sinottica di Gesù. Sopratutto, evita una presentazione di Gesù come di qualcuno che è più di un essere umano, qualcuno che è stato sempre Dio fin dall'eternità. La verità allora emergerà che Gesù era "in forma di Dio" (Filippesi 2:6), ma non che egli fosse Dio. Con questo intenso esame della Scrittura, Robinson ci porta indietro alla biblica figura di Gesù come la perfetta immagine di Suo Padre, il Cristo la cui ubbidienza perfetta ed il cui sacrificio lo hanno qualificato ad essere veramente "Figlio di Dio." Ma è triste che Robinson non abbia confermato il credo in una supernaturale concezione che per Matteo e Luca costituisce il miracolo con il quale l'Unico Dio ha portato in esistenza il capo della nuova creazione, il Messia senza peccati, Figlio di Dio.
Frances Young
È facile simpatizzare con quei studiosi di mentalità biblica che hanno reagito al Mito del Dio incarnato.53 Sembrava proprio che le colonne stesse che sostenevano la Cristianità fossero state scosse. Alcuni proponenti della nuova idea di Gesù apparentemente non credevano troppo alla Bibbia. John Stott, rappresentante dell'evangelicalismo, ripete le ragioni ortodosse per credere nella piena Deità di Gesù. Egli insiste che Gesù era un vero uomo, ma non ci dice come esattamente questo è possibile secondo la veduta, che il Figlio eterno "prese la natura di uomo," di Leo Tome (sanzionato dal Secondo Articolo Anglicano, 1563) Molti si sono resi conto che un essere che è "uomo" senza essere "un uomo" è molto meno umano dell'"uomo Gesù Messia" della dottrina di Paolo (1Tim. 2:5). Stott concede che Gesù non sia mai andato in giro dichiarando inequivocabilmente di essere Dio. Ciò nonostante la "traslazione di titoli e di testi di Dio da Giaova a Gesù ha una inevitabile implicazione. Questa identifica Gesù con Dio."54 Inoltre Gesù è venerato il che prova che è Dio. Frances Young era una tra coloro che hanno contribuito al Mito del Dio incarnato. È appropriato includere in questo capitolo un sommario del suo eccezionale lavoro, "Una Nuvola di Testimoni," perché rappresenta il sentimento di tanti che hanno lottato per il Gesù della Bibbia senza aderire alla Cristologia ortodossa. La professoressa Young ha esposto il punto debole della tradizionale veduta di Gesù. Essa lamenta che la ricchezza dell'illuminazione Cristologica del Nuovo Testamento è stata oscurata quando lo hanno confessato incarnato Figlio di Dio. C'è un rinfrescante nuovo modo di leggere la testimonianza di Gesù nel Nuovo Testamento:
"Se evitiamo di leggere il Nuovo Testamento con lenti colorate da susseguenti dogmi, noi vedremo emergere uno scenario Cristologico – o per meglio dire scenari – molto diverso dalla susseguente ortodossia."55 "[Gesù] era l'incorporamento di tutte le promesse di Dio portate a compimento. Tale Cristologia, io suggerisco, rappresenta la Cristologia del Nuovo Testamento meglio dell'idea dell'incarnazione, ed è stata infatti il principio di molte più idee Cristologiche, quando tutto l'Antico Testamento era visto come realizzato in Cristo."56
George Carey
Karl-Josef Kuschel
Nel 1990 apparve in Germania, dal sofisticatissimo campo dell'erudizione Cattolica Romana, uno studio completo sulla questione della preesistenza e della Trinità: "Nato Prima del Tempo? La Disputa sull’ Origine di Cristo". Karl-Josef Kuschel esaminò le rivali Cristologie di Harnack, Barth e Bultmann e poi intraprese la sua propria analisi dei dati del Nuovo Testamento. Egli si fa le giuste domande: "È stato il Gesù della storia preso seriamente?" e "Non è diventata una semplice astrazione il vero significato della parola 'carne' in Barth e Bultmann?"64 Egli si domanda se questi que teologi, la cui influenza è stata massiccia, "avessero capito con esattezza il Nuovo Testamento"65 nella loro descrizione di Gesù Cristo. In modo scioccante, come un'altro teologo tedesco, Wolfgang Pannenberg, aveva detto, "Barth prima di tutto non sviluppa la sua dottrina della Trinità basandola su evidenza escatologica", facendo eco alla rivelante osservazione di Ernst Fuchs che "Se non ci fossero stati testi biblici, il profilo di Barth sarebbe stato preferibile."66 Il Professore Kuschel poi esamina il ruolo della sapienza nella Bibbia Ebraica, trovandolo identico alla 'parola creativa' di Dio ed alla Torah, come il piano che ha guidato Dio alla creazione. Egli così sostiene che l'uomo Gesù è la personificazione di questa preesistente sapienza e non l'eterno Figlio di Dio che esisteva prima della Sua nascita a Betlemme. Kuschel mantiene che nel capitolo secondo dei Filippesi non v'è alcuna evidenza che il Cristo fosse uguale a Dio. Piuttosto Cristo è "la grande figura contrapposta alla figura d’Adamo"67. Kuschel è d'accordo con Dunn che Paolo non parla della preesistenza del Figlio. Per quanto riguarda il Vangelo di Giovanni, "Dio essenzialmenteniente non è altro che il Padre di Gesù Cristo"68. Egli chiede come mai il prologo di Giovanni non inizia (come tanti institivamente leggono) "Nel principio era il Figlio ed il Figlio era con Dio ed il Figlio era Dio."69 Questa monumentale critica del Trinitarismo ortodosso sopporta la nostra convinzione che "la storia della Cristologia della Cristianità Giudaica... ha bisogno di urgente investigazione... non soltanto per giustizia storica ma anche per un intendimento ecumenico."70 La predominante teologia del Concilio di Calcedonia "a mala pena accenna alla vita terrena ed alla storia terrena di Gesù."71 In verità la relazione tra Padre e Figlio proposta dal concilio "non sarebbe stata capita da un Giudaico Cristiano come Paolo ed ancor meno non sarebbe stata capita da Giovanni."72 Lo studio brillante del Professore Kuschel, con l'approvazione entusiastica di Hans Kung che scrive la prefazione, ci avvisa della minaccia del Trinitarismo al monoteismo ed anche alla sua capacità di erigere barriere non necessarie contro dialoghi con Giudei e Musulmani. "Nato sin dall'eternità?" echeggia nel nostro tempo la vecchia tradizione di protesta contro la veduta "ortodossa" di Gesù che sembra elimini la Sua umanità e quindi oscuri la Sua Messianicità.
Karl – Heinz Ohlig
Ed ancora in Germania nel 1999 è stata publicata una brillante storia del problema Trinitario. Il Ein Gott in drei Personen? Vom Vater Jesu zum "Mysterium" der Trinitat (un Dio in tre persone? Dal Padre di Gesù al "Mistero" della Trinità) rivela il tenue legame della Bibbia con il Trinitarismo. L'autore considera importante che il dogma Trinitario abbia tenuto i Giudei ed i Musulmani a debita distanza dalla Cristianità. Ohlig rompe un vecchio tabù. Egli non ricorre ad un vago parlare di "misteri" per spiegare la Trinità. Egli ci dà un meravigliosamente succinto e molto informativo resoconto dello sviluppo del Trinitarismo. Egli attribuisce questo sviluppo a pressioni culturali sulla Chiesa, cominciando dal principio del secondo secolo. Egli rimpiange la perdita dell'originale monoteismo Giudaico e reputa molto importante che, dato che Gesù non era Trinitario, perche lo dovrebbero essere i suoi seguaci? Ed inoltre, dato che il Trinitarismo non è emerso, nella sua forma finale, fino al quinto secolo, e certamente non era presente nel secondo secolo come dogma di tre Persone eterne, quale fase, nella sua evoluzione dovrebbe essere obbligatoria per i Cristiani? Ohlig mantiene che è storicamente e teologicamente illegittimo il fare della dottrina della Trinità una normativa per i seguaci: Considerata teologicamente, la Trinità è venuta fuori da un sincretismo di Giudaismo e Cristianità con Ellenismo che è risultato in una combinazione di monoteismo Giudeo – Cristiano e monismo Ellenico [credo in un Dio] ... Quello che il teologo così scopre, pone una domanda alla teologia sulla legittimità di tale fabbricazione. Quando sarà chiaro – e non c’è modo di girarvi intorno - che Gesù stesso riconosceva soltanto il Dio d'Israele, che egli chiamava Padre, e non sapeva alcunché del suo piu tardo "essere stato fatto Dio," quale diritto abbiamo di chiamare, la dottrina della Trinità, normativa e cogente per i Cristiani?... In qualsiasi modo noi interpretiamo le varie fasi Dello sviluppo della Trinità, è chiaro che questa dottrina, che è diventata "dogma" nell'Oriente e nell'Occidente, non ha una base biblica e non può essere rintracciata senza interruzioni al Nuovo Testamento. Gradatamente, la teologia deve guardare in faccia i fatti.73 Le osservazioni di Ohlig confermano vigorosamente le conclusioni di un altro più vecchio famoso professore della storia della dottrina, che scrisse:
"GliApologeti hanno preparato le fondamenta per la perversione/corruzione (Verkehrung) della Cristianità in un rivelato [filosofico] precetto. Specificatamente, la loro dottrina ha influenzato disastrosamente il più tardo sviluppo. Con il dare per scontato il trasferimento del concetto di Figlio di Dio nel preesistente Cristo, essi furono la causa del problema Cristologico del quarto secolo. Hanno causato un mutamento al punto di partenza del modo di pensare Cristologico – via dallo storico Cristo e nel problema della preesistenza. Hanno, così cambiato direzione, via dalla storica vita di Gesù, mettendola nell'ombra, promuovendo invece l'Incarnazione. Hanno collegato la Cristologia alla cosmologia e non furono in grado di legarla alla soteriologia. La dottrina del Logos non è una Cristologia 'più elevata' dell'usuale. In realtà ritarda moltissimo il genuino apprezzamento di Cristo. Secondo i loro insegnamenti non è più Dio che rivela Se Stesso in Cristo, ma il Logos, un Dio subalterno, un Dio che come Dio è Subordinato al Dio Supremo (inferiorismo o subordinazione). Ed inoltre la sopressione di idee economico-trinitarie con concetti Metafisici-pluralistici della divina triade (trias) risalgono agli Apologisti."74
Bibliografia:
- Marco 12:29-34; Giov. 5:44; 17:3; 1 Cor. 8:4-6; Efes. 4:6; 1 Tim. 2:5, ecc..
- Prg. Conoscere e seguire Gesù, di Thomas Hart, ed l ben conosciuto Dio Era in Cristo, di Donald Baillie (Londra: Faber, 1961).
- Dialogo con Trifo
- La Chiesa dei Primi Tre Secoli, Alvan Lamson, (Boston: Houghton, Osgood & Co., 1880), 80. Giustino, tuttavia, spinge per uno sviluppo susseguente verso il Trinitarismo col sostenere la letterale preesistenza di Gesù. Trinitarismo non era il credo del Periodo post- apostolico per circa 80 anni, come è dimostrato dall’ammissione di La Nuova Enciclopedia della Conoscenza Religiosa, Schaff-Herzon che nel periodo 100-180 “non c’è niente che mostra che a quel tempo Cristo fosse considerato il Dio Eterno” (Harnack, “Monarchianismo,” 7:453)
- Storia della Corruzione della Cristianità (J.&J.W. Prentiss, 1838), 21.
- William Childs Robinson, “Gesu’ Cristo e’ Giaova” (Part 2) Evangelico Trimestrale 5:3 (1933): 275, Enfasi aggiunta. Per lo sviluppo del Trinitarismo nel periodo post-biblico, vedi M.M. Mattison, La Formazione di una Tradizione (Ministry School Publications, 1991).
- Le Fondazioni (Londra : Macmillan & Co., 1913) 226.
- Citato da F.W. Green, “Il Successivo Sviluppo della Dottrina della Trinità,” in Temi sulla Trinità e l’Incarnazione (Longmans, Green & Co., 1928), 259.
- Ibidem (nello stesso posto) prg. l’osservazione di Canon Goudge che “quando il pensiero Greco e Romano invece di quello Ebreo venne a dominare la Chiesa, quel che avvenne è stato un disastro nella dottrina e nella pratica dalla quale non ci siamo piu’ ripresi.” (“Il Richiamo dei Giudei,”) nel raccolti saggi sul Giudaismo e Cristianita’).
- Saggi sulla Trinitù e l’Incarnazione, di F.G. Green, 262.
- Ad Praxeus, Tertulliano, 5.
- Saggi sulla Trinità e l’Incarnazione, di F.G. Green, 64.
- Ibidem
- Fondamenta, 227.
- Dalla corrispondenza, 13 Giugno 1981.
- Vedi M.M. Mattison, “Biblico Unitarismo dalla Ciesa Esordiente attraverso il Medio Evo,” Un Articolo dalla Riforma Radicale: una Testimonianza all’Unitarismo Biblico 1 (inverno 1992): 4-13. Un patrimonio d’informazione su tutti gli aspetti della controversia Trinitaria possono essere trovati in questo giornale, publicato dal 1991-2000. Fascicoli arretrati possono essere ottewnuti chiamando questo numero 800-347-4261. Altre risorse possono essere trovate a questo indirizzo www.restoretiofellowship.org..
- La riforma Radicale, di G.H. Williams (Filadelfia Westminster Press, 1962), 271, 322, 333.
- Per dettagli sul modo come Calvino ha trattato Servetus, leggete Caccia ad un Eretico: La Vita e la Morte di Michele Servetus, di R.H. Baiton, (Beacon Press, 1951).
- Gli Anabetisti Olandesi, H.E. Dosker, (Judson Press 1921) 58.
- Leggete Fede Cristiana di Hendrikus Berkhof (Grand Rapids: Eerdmans, 1979), and Una Fede per Oggi, Ellen Flesseman. J. E. Steely, (Associazione dei Professori di Religione Battisti, casella postale A, Universita’, Mercer 1980).
- Underscheit tusschen rechte und falsche leer (Biblioteca Reformatoria Nederlandica), 5:315-581.
- Gli Anabetisti Olandesi, 163.
- Ibidem, 93.
- Per un resoconto completo di Adam Pastor, leggere “Adam Pastor, Anti-Trinitario ed Anti- Neobattista” A.H. Newman, negli Scritti della Societa’ Americana della Storia della Chiesa (G. Putman’s Sons 1917) Seconda serie, 5:98, Leggete anche sul Giornale dalla Riformazione Radicale 3:3 (Primavera 1994): 23-30. un’articolo di Anthony Buzzard “Adam Pastor: Un’ Anabetista Anti- Trinitario.”
- L’Informazione per questa sezione e’ presa da Socinianesimo nell’Inghilterra del Diciattesimo- Secolo, H.J. McLachlan (Oxford University Press, 1951), 163-217.
- Trattato sulla Dottrina Cristiana, John Milton (Londra: Associazione Unitaria Britannica e Straniera, 1908), X, XI.
- Ibidem, 20
- Milton e la Rivoluzione Inglese, di Cristoforo Hill, (New York:Viking Press, 1977), 286, 296
- Leggete La Ragionevolezza della Cristianità Trasmessa Nella Scritture (1695) di Locke
- L’Umanità e Divinità di Cristo, di John Knox, (Cambridge University Press, 1987), 53.
- Ibidem, 106.
- Ibidem, 98.
- Ibidem, (Stesso posto) 98, 99.
- Ibidem, 62.
- Prg. Conoscere e seguire Gesù, Tommaso Hart, specialmente 44-48.
- La Parola Incarnata (Nisbet, 1959), 89.
- Prg. la perplessità di A.T. Hanson quando pensa a quello che gli è stato insegnato al seminario della definizione ortodossa di Gesù: “Durante la mia formazione teologica sono stato ben istruito sul tradizionale descrizione dell’Incarnazione di Dio in Gesù Cristo. Io distintamente ricordo che mi è stato detto che la Parola di Dio, quando ha preso sembianze umane, ha assunto una umanità impersonale; Che Gesù Cristo non possedeva una personalità umana; che Dio divenne uomo in Gesù Cristo, ma non è mai diventato un uomo.... Due considerazioni mi hanno persuaso che questa Cristologia tradizionale è incredibile” (Grazia e Verità: Uno Studio della Dottrina dell’Incarnazione, Londra: SPCK, 1975, 1). La stessa perplesità è espressa da Oliver Quick nel suo libro Dottrine del Credo (Nisbet, 1938): “Se noi affermiamo che Gesù era una persona umana, o noi siamo costretti in un concetto impossibile di una doppia personalità nell’incarnato Figlio di Dio, o altrimenti nella Cristologia del Protestantesimo liberale che noi abbiamo trovato inadeguata. Se noi neghiamo che Gesù era una persona umana, noi neghiamo, per induzione, la pienezza dela sua mascolinità e giudicato colpevole d’apollonarianismo. Il dott. Raven (Leggete il suo libro Apolloniarismo) che la maggior parte di quelli che la tradizione Cattolica ha onorato come dottori dell’ortodossia erano di fatto Apollinei, benché essi condannassero Apollinarius” (178). Pgr. L’osservazione di Norman Pitterger che “Calcedonia non è stata capace prevenire un modificato Apollinarianismo di diventare l’ortodossia del Medio Evo” (La Parola Incarnata, 102).
- Cristologia in Formazione.
- L’Esperienza Cristiana di Dio come Trinità (Londra: SCM Press, 1983)
- Ibidem, 51.
- Ibidem, 56.
- Ibidem, 56, 57.
- Ibidem, 57.
- Ibidem, 59.
- Ibidem,
- Ibidem.
- Ibidem, 64. 85 (Marzo e Settembre 1982). Per un molto utile sommario della discussione moderna, leggete Il Dibattito della Cristologia Odierna, Klaas Runia.
- “Dunn su Giovanni,” Teologia 85 (Sttembre 1982): 332-338.
- Cristologia in Formazione, 212.
- Ibidem, 243.
- Ibidem, 250.
- Ed. John Hick (Londra: SCM Press, 1977).
- L’Autentico Gesù (Marshall, Morgan e Scott, 1985), 33.
- Il Mito del Dio Incarnato, 14.
- Ibidem, 19.
- Ibidem, 21.
- Ibidem, 23.
- Ibidem.
- Ibidem, 27.
- Ibidem, 29.
- Dio Incarnato: Conoscendo le Sfide Contemporanee ad una Classica Dottrina Cristiana (Inter Varsity Press, 1977), 7.
- Ibidem, 18.
- Nato Prima di tutto? La Disputa sull’Origine di Cristo, 174.
- Ibidem.
- Ibidem, 179.
- Ibidem, 251.
- Ibidem, 276.
- Ibidem, 381.
- Ibidem, 394, 395.
- Ibidem, 425.
- Ibidem, 409.
- Ein Gott in drei Personen? Mainz: Matthias Grunewald- Verlag. 1999, 123-125, trad. Nostra.
- Leitfaden zum Studium der Dogmengeschichte(Manuale per lo Studio della Storia del Dogma, 1890), Friedrich Loofs, Halle- Saale: Max Niemeyer Verlag, 1951, part 1, sez. 18: “Cristianita’ come Filosofia rivelata. Gli Apologisti Greci,” 97, Trd. Nostra.
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